Share with:


I sardi hanno un patrimonio storico e culturale del quale conoscono poco o niente.

Per anni è stato ribadito che la storia sarda è stata fatta dai popoli che, in varie epoche, hanno conquistato e colonizzato la Sardegna.

In questi ultimi anni, però, c’è stato come un risveglio. Moltissime scoperte archeologiche, risalenti soprattutto all’ultimo secolo, hanno aperto una finestra su un mondo meraviglioso e da conoscere.

La Sardegna, contrariamente a quanto si credeva, è abitata fin dal Paleolitico, l’età della pietra antica.

Il ritrovamento di una falange umana nella grotta Crobeddu di  Oliena ha dimostrato come il territorio sardo fosse occupato da gruppi umani, seppur ridotti ,  già in epoca preistorica.

Le origini del popolo sardo sono lontanissime nel tempo.

Grazie agli studi sulla genetica  si è scoperto che il patrimonio genetico ancestrale  dei sardi, per il 60 %,  risale proprio al Paleolitico, mentre un altro 30 % circa, è dato dall’appartenenza all’ aplogruppo I.

L’aplogruppo I è il più antico d’Europa, portato da gruppi umani entrati nel territorio sardo 13.000 anni fa, durante le migrazioni dell’ultima era glaciale.

Per questi motivi alcuni studiosi ritengono che la popolazione sarda conservi ancora la varietà genetica dei primi abitanti il territorio.

Il suo patrimonio genetico risentirebbe del cosiddetto “effetto del fondatore”.

A questo punto viene spontaneo chiederci come mai, le varie invasioni, specie le più antiche fenicie e puniche, non abbiano lasciato alcun segno nel patrimonio genetico  dei   sardi.

Gli studi affermano che non vi è traccia di contributi  provenienti dal Medio Oriente nel DNA del popolo sardo.